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      Favellò stranamente sopra moltissime cose, sopra la disobbedienza de' Convittori del Collegio della Maddalena, i miracoli del Pozzo di San Venifredo, la slealtà de' preti, la virtù d'un frammento del vero legno della Santa Croce ch'egli aveva sventuratamente perduto. "E che ho mai fatto?" chiese agli scudieri di Kent che gli stavano attorno. "Ditemi il vero: qual fallo ho io mai commesso?" Coloro, ai quali egli faceva queste domande, furono tanto umani da non dargli le risposte che meritava, e stavansi con compassionevole silenzio ad ascoltare quell'insano cicaleccio(1240).
      Quando pervenne alla metropoli la nuova ch'egli era stato fermato, insultato, manomesso e spogliato, e che tuttavia rimaneva nelle mani di que' brutali ribaldi, ridestaronsi molte passioni. I rigidi Anglicani, i quali poche ore innanzi avevano cominciato a credersi liberi dal debito di fedeltà verso lui, adesso scrupoleggiavano. Egli non aveva abbandonato il reame, nè abdicato. Ove egli ripigliasse la regia dignità, potrebbero essi, secondo i principii loro, ricusare di prestargli obbedienza? I veggenti uomini di stato prevedevano con rammarico che tutte le contese che per un momento la sua fuga aveva abbonacciate, tornando egli, tornerebbero a rinascere assai più virulente. Alcuni del popolo basso, comechè animati dal sentimento de' recenti torti, sentivano pietà d'un gran Principe oltraggiato da gente ribalda, e inchinavano a sperare - speranza più onorevole alla indole che al discernimento loro - che anche adesso egli si sarebbe potuto pentire delle colpe che gli avevano attirato sul capo un così tremendo castigo.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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