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      Il Re fu lasciato partire senza ostacolo, e venne da' suoi amici condotto a Rochester, dove prese un poco di riposo di cui aveva sommo bisogno. Era in istato da fare pietà. Non solo aveva onninamente perturbato lo intendimento, che per altro non era stato mai lucidissimo, ma quel coraggio, ch'egli da giovane aveva mostrato in varie battaglie di mare e di terra, lo aveva abbandonato. E' pare che le ruvide fatiche corporali da lui adesso per la prima volta sostenute, lo prostrassero più che ogni altro evento della travagliata sua vita. La diserzione del suo esercito, de' suoi bene affetti, della sua famiglia, lo toccava meno delle indegnità patite quando ei venne arrestato in su la nave. La ricordanza di tali indegnità seguitò lungo tempo a invelenirgli il cuore, e una volta fece cose da muovere a scherno tutta la Europa. Nel quarto anno del suo esilio tentò di sedurre i propri sudditi offrendo loro un'amnistia. Vi si conteneva una lunga lista d'eccezioni, e in essa i poveri pescatori che gli avevano sgarbatamente frugate le tasche erano notati accanto ai nomi di Churchill e di Danby. Da ciò possiamo giudicare quanto amaramente ei sentisse l'oltraggio pur dianzi sofferto(1245). Nulladimeno, ove egli avesse avuto un poco di buon senso, si sarebbe accorto che coloro i quali lo avevano arrestato, gli avevano, senza saperlo, reso un gran servigio. Gli eventi successi dopo la sua assenza dalla metropoli lo avrebbero dovuto convincere che, qualora gli fosse riuscito fuggire, non sarebbe più mai ritornato.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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