A suo dispetto era stato salvato dal precipizio. Gli rimaneva un'altra sola speranza. Per quanto gravi fossero i suoi delitti, detronizzarlo mentre ei rimaneva nel Regno e mostravasi pronto ad assentire ai patti che gl'imporrebbe un libero Parlamento, sarebbe stato pressochè impossibile.
Per breve tempo egli parve propenso a rimanere. Spedì Feversham da Rochester con una lettera a Guglielmo. La sostanza della quale era che Sua Maestà già s'era messo in cammino per ritornare a Whitehall, che desiderava avere un colloquio col Principe, e che il palazzo di San Giacomo sarebbe apparecchiato per Sua Altezza(1246).
IX. Guglielmo era in Windsor. Aveva con profondo rincrescimento saputi i fatti successi nella costa di Kent. Poco avanti che gliene giungesse la nuova, coloro che gli stavano da presso avevano notato ch'egli era d'insolito buon umore. Ed aveva ragione di star lieto. Vedevasi dinanzi lo sguardo un trono vacante; parea che tutti i partiti a una voce lo invitassero a salirvi. In un baleno la scena cangiossi: l'abdicazione non era consumata; molti de' suoi stessi fautori avrebbero scrupoleggiato a deporre un Re che rimanesse fra loro, gl'invitasse ad esporre le loro doglianze in modo parlamentare, e promettesse piena giustizia. Era uopo che il Principe esaminasse le nuove condizioni in cui si trovava, e si appigliasse a nuovo partito. Non vedeva alcuna via alla quale non si potesse nulla obbiettare, nessuna via che lo ponesse in una situazione vantaggiosa al pari di quella dove egli era poche ore innanzi.
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