Pagina (1465/1707)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fra loro era anco Halifax. Guglielmo lo aveva accolto con gran satisfazione, ma non aveva potuto frenare un ironico sorriso vedendo lo ingegnoso e compito uomo politico, il quale aveva ambito a farsi arbitro in quella grande contesa, essere costretto ad abbandonare ogni via di mezzo e prendere un partito deciso. Fra coloro che in questa congiuntura arrivarono a Windsor erano alcuni che avevano con ignominiosi servigi comperata la grazia di Giacomo, e adesso erano bramosi di scontare, tradendo il loro signore, il delitto d'avere tradita la patria. Tale era Titus, che aveva seduto in Consiglio in onta alle leggi, e s'era affaticato a stringere i puritani co' Gesuiti in una lega contro la costituzione. Tale era Williams, il quale, per cupidigia di guadagno, di demagogo s'era fatto campione della regia prerogativa, e adesso era prontissimo a commettere una seconda apostasia. Il Principe con giusto dispregio lasciò che cotesti uomini si stessero vanamente aspettando un'udienza alla porta del suo appartamento(1252).
      Il lunedì, 17 dicembre, tutti i Pari che erano in Windsor furono convocati a una solenne consulta da tenersi nel castello. Il subietto delle loro deliberazioni era ciò che fosse da farsi del Re: Guglielmo non reputò savio partito trovarsi presente alla discussione. Ei si ritirò; ed Halifax fu posto sul seggio presidenziale. I Lordi concordavano in una cosa sola, cioè non doversi permettere che il Re rimanesse dove era. Unanimemente estimavano dannoso che l'un principe si fortificasse in Whitehall, e l'altro nel palazzo di San Giacomo, e che vi fossero due guarnigioni nemiche in uno spazio di cento acri.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





Halifax Windsor Giacomo Titus Consiglio Gesuiti Williams Principe Pari Windsor Guglielmo Halifax Lordi Whitehall San Giacomo