La gratitudine loro fu con eloquenti parole espressa dal cancelliere Sir Giorgio Treby. Disse che alcuni Principi della Casa di Nassau erano stati principali ufficiali d'una grande repubblica. Altri avevano portata la corona imperiale. Ma il titolo peculiare di questa illustre famiglia alla pubblica venerazione era che Dio l'aveva eletta e consacrata all'alto ufficio di difendere il vero e la libertà contro i tiranni di generazione in generazione. Il dì stesso tutti i prelati che trovavansi in città, tranne Sancroft, andarono in corpo al cospetto del Principe; quindi il clero di Londra, cioè gli uomini più cospicui del ceto ecclesiastico per dottrina, facondia e influenza, aventi a capo il loro Vescovo. Erano fra loro alcuni illustri ministri dissenzienti, i quali Compton, a suo sommo onore, trattò con segnalata cortesia. Pochi mesi avanti o dopo, simigliante cortesia sarebbe stata da molti anglicani considerata come tradigione verso la Chiesa. Anche allora un occhio veggente poteva bene accorgersi che la tregua, alla quale le sètte protestanti erano state costrette, non sarebbe lungamente sopravvissuta al pericolo che l'aveva fatta nascere. Circa cento teologi non conformisti, residenti nella capitale, presentarono un indirizzo a parte. Furono introdotti da Devonshire ed accolti con ogni segno di gentilezza e rispetto. Il ceto legale andò anch'esso a fare omaggio; lo conduceva Maynard, il quale a novanta anni d'età era forte di mente e di corpo come quando in Westminster Hall sorse accusatore di Strafford.
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