Inoltre quella diletta Chiesa, per amore della quale egli, dopo una penosa lotta, aveva rotto il suo debito d'obbedienza verso il trono, era ella veramente salva? O l'aveva egli redenta da un nemico perchč rimanesse in preda ad un altro? I preti papisti, a dir vero, erano in esilio, nascosti, o imprigionati. Nessun Gesuita o Benedettino che avesse cara la vita osava mostrarsi vestito degli abiti dell'ordine suo. Ma i dottori presbiteriani e gl'Indipendenti andavano in processione a riverire il capo del governo, e venivano da lui accolti di buona grazia come i veri successori degli apostoli. Alcuni scismatici apertamente dicevano sperare che tosto sarebbe tolto via ogni ostacolo che gli escludeva da' beneficii ecclesiastici; che gli Articoli verrebbero mitigati, riformata la liturgia; non pių festa il dė di Natale, non pių digiuno il venerdė santo; canonici consacrati dal Vescovo, senza le bianche vestimenta, ministrerebbero nei cori delle cattedrali il pane e il vino eucaristico ai fedeli comodamente assisi ne' loro banchi. Il Principe certamente non era presbiteriano fanatico; ma per lo meno era Latitudinario: non aveva scrupolo di comunicarsi secondo il rito anglicano; ma non si dava pensiero intorno alla forma secondo la quale altri si comunicava. Era anco da temersi che la moglie fosse troppo imbevuta de' principii di lui. La coscienza della Principessa era diretta da Burnet. Ella aveva ascoltato predicatori appartenenti a diverse sčtte protestanti. Aveva dianzi detto di non discernere differenza veruna tra la Chiesa anglicana e le altre Chiese riformate(1292). Era quindi necessario che i Cavalieri in cosiffatte circostanze seguissero lo esempio dato nel 1641 dai padri loro, si separassero dalle Testerotonde e dai settarii, e, nonostante tutti i falli del monarca ereditario, sostenessero la causa della ereditaria monarchia.
| |
Chiesa Gesuita Benedettino Indipendenti Articoli Natale Vescovo Principe Latitudinario Principessa Burnet Chiesa Chiese Cavalieri Testerotonde
|