Egli era dissennato nel modo che lo sono tutti i Re malvagi; come era Carlo I quando andò ad arrestare i cinque rappresentanti de' Comuni; Carlo II quando concluse il trattato di Dover. Se questa sorte d'infermità mentale non giustifica i sudditi che negano d'obbedire ai principi, il disegno d'istituire una Reggenza era evidentemente inammissibile; se giustifica i sudditi che negano d'obbedire ai principi, la dottrina della non resistenza era pienamente rovesciata; e tutto ciò per cui ogni moderato Whig aveva lottato trovavasi pienamente ammesso.
Quanto al giuramento di fedeltà, pel quale Sancroft e i suoi discepoli provavano tanta ansietà, una cosa almeno è chiara, cioè che, chiunque avesse ragione, essi avevano torto. I Whig pensavano che nel giuramento d'obbedienza erano sottintese certe condizioni, che il Re le aveva violate, e quindi il giuramento era divenuto nullo. Ma se la dottrina de' Whig era falsa, se il giuramento seguitava ad essere obbligatorio, potevano veramente credere gli uomini assennati che votando la Reggenza scanserebbero la colpa di spergiuri? Potevano essi affermare che rimanevano veramente fidi a Giacomo mentre, in onta alle proteste ch'egli faceva al cospetto di tutta Europa, essi davano ad altri la potestà di riscuotere la pubblica pecunia, convocare e prorogare il Parlamento, creare Duchi e Conti, nominare Vescovi e Giudici, graziare i rei, comandare le forze dello Stato, e concludere trattati con le Potenze straniere? Aveva egli il Pascal potuto trovare, in tutte le frenesie de' casisti gesuiti, un sofisma più spregevole di quello che adesso, a quanto parea, bastava a calmare le coscienze de' Padri della Chiesa Anglicana?
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