I votanti erano cento. Quarantanove votarono per la Reggenza, cinquantuno contro. Colla minoranza erano i figli naturali di Carlo, i cognati di Giacomo, i Duchi di Somerset e d'Ormond, lo Arcivescovo di York e undici vescovi. Nessuno de' prelati, salvo Compton e Trelawney, votò con la maggioranza(1310).
Erano vicine le ore nove della sera quando fu levata la seduta nella Camera de' Lordi. Il dì che seguiva era il 30 gennaio, anniversario della morte di Carlo I. Il clero anglicano per molti anni aveva reputato debito sacro inculcare in quel giorno le dottrine della non resistenza e della obbedienza passiva. Ora i suoi vecchi sermoni giovavano poco; e molti teologi perfino dubitavano se potessero rischiarsi a leggere per intero la liturgia. La Camera Bassa aveva dichiarato vacante il trono. L'Alta non aveva per anche espressa alcuna opinione. Non era quindi facile cosa decidere se si dovessero recitare le preci pel Sovrano. Ogni ministro nel compiere i divini uffici seguì il proprio talento. Nella più parte delle chiese della metropoli le preghiere per Giacomo furono omesse: ma in Santa Margherita, Sharp Decano di Norwich, richiesto di predicare dinanzi ai Comuni, non solo lesse in faccia a loro l'intero servizio come era scritto nel libro, ma prima di incominciare il sermone invocò con sue proprie parole il cielo perchè benedicesse il Re, e verso la fine del suo discorso declamò contro la dottrina gesuitica che insegnava potere i principi essere legalmente detronizzati dai loro sudditi.
| |
Reggenza Carlo Giacomo Duchi Somerset Ormond Arcivescovo York Compton Trelawney Camera Lordi Carlo I Camera Bassa Alta Sovrano Giacomo Santa Margherita Sharp Decano Norwich Comuni
|