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      Quel dì stesso il Presidente alla Camera mosse querela di tal affronto dicendo: "Voi un giorno votate un provvedimento, e il dì dopo viene contraddetto dal pulpito al cospetto vostro." Sharp fu energicamente difeso dai Tory, e trovò amici anche fra' Whig: imperocchè rammentavano tuttavia ch'egli aveva corso gravissimo pericolo allorquando nei tristi tempi ebbe il coraggio, malgrado il divieto del Re, di predicare contro il papismo. Sir Cristoforo Musgrave ingegnosissimamente notò non avere la Camera ordinato la pubblicazione della deliberazione che dichiarava vacante il trono. Sharp adunque non solo non era tenuto a saperla, ma non ne avrebbe potuto parlare senza violare i privilegi parlamentari, pel quale attentato avrebbe corso rischio di essere chiamato alla sbarra e prostrato sulle proprie ginocchia sostenere una riprensione. La maggioranza conobbe non essere savio partito in quel momento attaccar lite col clero; e troncò la questione(1311).
      Mentre i Comuni discutevano intorno al sermone di Sharp, i Lordi si erano di nuovo costituiti in Comitato per considerare le condizioni del paese, ed avevano ordinato che venisse paragrafo per paragrafo letta la deliberazione che dichiarava vacante il trono.
      La prima espressione che fece nascere una disputa era dove si ammetteva il contratto originale tra Re e popolo. Non era da aspettarsi che i Pari Tory lasciassero passare una frase che conteneva la quintessenza delle opinioni de' Whig. Si venne ai voti; e risultò con cinquantatre favorevoli sopra quarantasei contrari che le controverse parole rimarrebbero.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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