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      I Lordi e i Comuni quindi rispettosamente uscirono dalla Sala del banchetto e andarono in processione alla maggior porta di Whitehall, dove li attendevano gli Araldi coperti de' loro sontuosi mantelli. Tutto quello spazio fino a Charing Cross(1336) rendeva immagine di un mare di teste. I timpani suonarono, squillarono le trombe, e il Re d'Armi ad alta voce proclamò il Principe e la Principessa d'Orange Re e Regina d'Inghilterra, intimò a tutti gl'Inglesi d'essere, d'allora innanzi, sinceramente fedeli e ligi ai nuovi sovrani, e supplicò Dio, il quale aveva con sì segnalato modo liberata la nostra Chiesa e la nostra Nazione, benedicesse Guglielmo e Maria, concedendo loro lungo e felice regno(1337).
      LIII. In questa guisa fu consumata la Rivoluzione inglese. Ogni qual volta la paragoniamo con quelle, che, negli ultimi sessanta anni, hanno rovesciato tanti vetusti governi, non possiamo a meno di rimanere maravigliati dell'indole speciale di quella. Perchè la sua indole fosse così speciale è bastevolmente chiaro, e non per tanto e' sembra che non sia stata sempre intesa da coloro che l'hanno commendata nè da coloro che l'hanno biasimata.
      Le rivoluzioni del Continente successe nei secoli decimottavo e decimonono ebbero luogo in paesi dove da lungo tempo più non rimaneva vestigio della monarchia temperata del medio evo. Il diritto che aveva il Principe di fare leggi, e imporre tasse, era rimasto per molte generazioni incontrastato. Il suo trono era difeso da un grande esercito stanziale.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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