Governi che dianzi pareva dovessero durare de' secoli, sono stati, in un subito, scossi e rovesciati. Le più orgogliose metropoli della Europa occidentale sono state inondate di sangue cittadino. Tutte le sinistre passioni, cupidigia di guadagno, sete di vendetta, vicendevole aborrimento di classi, vicendevole aborrimento di razze, hanno rotto il freno delle leggi divine e delle umane. Timore e ansietà hanno annuvolato lo aspetto e contristato il cuore a milioni d'uomini. Sospeso il commercio; paralizzata la industria; diventato povero il ricco, poverissimo il povero; predicate dalla tribuna e difese con la spada dottrine ostili alle scienze, alle arti, alla industria, alla carità di famiglia; dottrine tali che, se potessero mandarsi ad effetto, disfarebbero, in trenta anni, tutto ciò che trenta secoli hanno fatto a bene della umanità, e renderebbero le più belle province di Francia e di Germania selvagge come il Congo e la Patagonia; la Europa è stata minacciata di giogo da barbari, al paragone dei quali i barbari seguaci d'Attila e Alboino erano culti ed umani. I veri amici del popolo con profondo dolore hanno confessato trovarsi in grave pericolo interessi più preziosi di qualsiasi privilegio politico, ed essere necessario sacrificare fino la libertà onde salvare lo incivilimento. Frattanto nell'isola nostra il corso regolare del Governo non è stato mai interrotto nè anche per un giorno. I pochi facinorosi arsi da libidine di licenza e di saccheggio, non hanno avuto l'animo d'affrontare la forza d'una nazione leale, schierata in ferma attitudine intorno a un trono paterno.
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