(7) Sentiamo il dovere di avvertire una volta per sempre i nostri lettori, onde non dimentichino mai che l'autore inglese del presente libro è protestante; e quindi, comunque si mostri imparzialissimo e superiore alle passioni di setta, dipingendo a tratti brevi e filosofici il lacrimevole periodo delle lotte religiose nella Gran Bretagna, manifesta delle dottrine non conformi alla nostra religione cattolica. Tralasciamo di apporre delle annotazioni, prima perchè questa essendo un'opera storica, non può essere un trattato di controversia religiosa; e poi perchè ricorrono spontanee alla mente d'ogni lettore le risposte con le quali la Chiesa ha vittoriosamente combattute e respinte le opinioni de' protestanti.
(L'Editore.)
(8) Vedi un documento singolarissimo che Strype credeva scritto di mano di Gardiner. Ecclesiast. Memor., Lib. II, c. 17.
(9) Sono precise parole di Cranmer. Vedi l'Appendice alla Storia della Riforma, di Burnet; Parte I, Lib. III, N. 21; Questione 9.
(10) Neale, storico puritano, dopo d'avere riprovata la crudeltà con che Elisabetta trattò la setta alla quale egli apparteneva, conclude in questa guisa: "La regina Elisabetta, malgrado tutti cotesti falli, sarà sempre rammentata qual principessa savia e politica, per avere liberato il proprio Regno dalle difficoltà in cui trovavasi involto al suo avvenimento al trono; per avere serbata la Riforma protestante contro i vigorosi attentati del papa, dello Imperatore e del Re di Spagna al di fuori, e contro la Regina di Scozia, e i suoi sudditi papisti al di dentro.
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