........ gli faremo lavorare duramente per sei soldi il giorno; comecchè, ove si vogliano giustamente pagare, meritino uno scellino: se ne mormorassero dicendo di esser troppo poco, daremo loro la scelta, o di lavorare o d'andarsene via. E così noi accumuliamo le nostre ricchezze, e ci facciamo lo stato con le fatiche di molti poveri uomini che lavorano da mane a sera. Viva dunque l'arte della lana! Va mirabilmente bene! I nostri lavoranti sudano, ma noi viviamo tranquilli, andando e venendo quando e come ci piace.
(257) Chamberlayne, Stato dell'Inghilterra; Petty, Aritmetica politica, cap. 8; Dunning, Metodo piano e facile; Firmin, Proposta per impiegare i Poveri. È da notarsi che Firmin era un insigne filantropo.
(258) King, nelle sue Conclusioni naturali e politiche, calcolò all'ingrosso, la plebe dell'Inghilterra ascendere a 880,000 famiglie; delle quali 440,000, secondo lui, mangiavano cibo animale due volte la settimana. Le altre 440,000 non ne mangiavano affatto, o almeno non più d'una volta la settimana.
(259) Decimoquarto Rapporto della Commissione intorno alla Legge dei Poveri, Appendice B, n° 2, Appendice C, n° 1, 1848. De' due calcoli della Tassa de' Poveri rammentati nel testo, uno fu fatto da Arturo Moore; l'altro, alcuni anni dopo, da Riccardo Dunning. Il primo si trova nel Saggio sulle Vie e sui Mezzi di Davenant; il secondo, nella pregevole opera di Sir Federigo Eden sui Poveri. King e Davenant credono che i poveri e i mendicanti nel 1696 fossero l,330,000 in una popolazione di 5,500,000; lo che sembra incredibile.
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