Il senatore, o capo magistrato di Roma, diede principio ad una inquisizione, secondo le leggi municipali della città, in conseguenza di quella bolla, che fu pure mandata dal papa all'arcivescovo di Milano, ingiungendogli che fosse eseguita nella sua diocesi, e in quella de' suoi suffraganei, dove l'eresia aveva già fatto progressi minacciosi. Che la riforma si fosse anche sparsa in Napoli, e in Sicilia, risulta da una lettera scritta al papa da Federico II, il quale condannava al fuoco tutti coloro ch'erano convinti d'eresia; ma accordava ai vescovi di essere indulgenti ogni qualvolta lo giudicassero conveniente, purchè le lingue di coloro, cui perdonavano, venissero mozze, così che non potessero bestemmiare un'altra volta. (11)
A Genova, e in altre città circonvicine, i riformati avevano le loro abitazioni e altri ricettacoli, in cui si radunavano coi loro Barbi, o capi religiosi.(12) [13]Malgrado le persecuzioni, cui erano esposti, i Valdesi si mantennero in Italia; conservarono una corrispondenza regolare coi loro fratelli negli altri paesi, e nel secolo XIV avevano erette delle accademie nella Lombardia, frequentate dalla gioventù, e sostenute da contribuzioni delle chiese di Boemia e di Polonia, che professavano la stessa credenza.(13)
Nel 1370, i Valdesi, che abitavano la valle di Pragela, trovandosi ristretti nei loro territori, mandarono alcuni fratelli in Italia per cercare un paese conveniente da stabilirvisi. Avendo scoperto in Calabria un distretto incolto, e poco popolato, i deputati fecero un contratto coi proprietari di quelle terre, in conseguenza del quale molti dei loro fratelli emigrarono in quella contrada, che in breve spazio di tempo assunse una nuova apparenza.
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