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      Non dubito che vi sieno delle persone, le quali mi saranno riconoscenti della notizia, che posso lor dare; cioè che prima della riforma, uscivano dalla tesoreria del Vaticano delle somme, come salari, per uomini dotti, il cui incarico era di riformare il bollario, spogliandolo di tutti i solecismi, che vi erano stati inseriti, e sostituirvi invece termini i più puri e i più classici (22). Chi sa quali vantaggi questa bella opera di purificazione avrebbe prodotti? Qual'elegante lettura non avrebbero mai presentato ai nostri moderni letterati le bolle papali, se i barbari riformatori non si fossero intromessi, e col loro clamore, non avessero rivolta la pubblica attenzione dalle parole alle cose, dagli sbagli grammaticali alla corruzione della legge e del Vangelo?
      Ma quantunque molti di quei, che ristabilirono le lettere, tutt'altro si fossero proposto, che una riforma di religione, nondimeno contribuirono moltissimo all'avanzamento di questo desiderabile oggetto. Era impossibile di reprimere il progresso della luce, che aveva incominciato a spargersi, o d'impedire, che il nuovo spirito d'investigazione si dirigesse verso la religione, e la Chiesa. Fra gli altri libri, che lungo tempo rimasero sconosciuti, o negletti, erano quei delle Sacre Scritture, [21] che allora vennero ardentemente ricercate, stampate e messe in circolazione con numero infinito di copie, tanto in lingue originali, che tradotte; nè ci fu alcuno, che avesse fior di senno, che le leggesse senza accorgersi, che la Chiesa s'era molto allontanata dal vessillo di Cristo, e dal modello della purità primitiva in materia di fede, di culto, e di morale.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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