Le ricchezze d'Europa continuavano a colare a Roma per diversi canali, donde venivano poscia respinte su tutta l'Italia. Sotto il nome di annate, il papa riceveva la rendita del primo anno di tutti i beni ecclesiastici in ogni caso di vacanza. Percepiva grandi somme per la conferma de' vescovi, e pel dono de' pallj. Frequenti erano le sue richieste, per contribuzioni volontarie al clero, oltre la straordinaria imposizione delle decime sui beneficj, sotto pretesto di spedizioni contro i Turchi, che raramente s'intraprendevano. Si aggiungano a tutto ciò le somme estorte per dispense, assoluzioni, e indulgenze, con la costante incalcolabile rendita, che si ritraeva dai processi forensi, portati da tutti i paesi per mezzo dell'appello a Roma, ivi condotti con grave spesa, e protratti a tempo infinito. Inoltre il papa aveva un dritto largo di patronato in ogni paese, ove si estendeva la sua autorità. Egli presentava a tutti i beneficj, che venivano sotto il nome di riservati, e a quelli vacanti per traslazione, o per morte di persone, che morivano a Roma, o dentro il recinto di quaranta miglia da essa nell'andare, o nel venire (38). Questi, se non [37] erano venduti al maggior offerente, erano generalmente conferiti agl'Italiani, su i quali il papa poteva, più che su i forestieri, riposare con piena confidenza, per estendere la sua autorità, o per essere sostenuto in quello contese, in cui la sua ambizione spesso l'inviluppava colle potenze secolari. In conseguenza dell'influenza, che la cor
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