Pagina (26/449)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      te di Roma era giunta ad esercitare negli affari politici d'Europa, nel secolo XV, quasi ogni sovrano fece di tutto per procurare qualche seggio nel sacro collegio, ai suoi più stretti parenti, o a qualcuno de' propri sudditi; e questo veniva generalmente ottenuto, col dono dei più ricchi benefici del regno a quelli che per posizione, o aderenza, erano più degli altri atti a servire alle sue mire. Non v'era stato, o città in Italia che per questa ragione non dipendesse dalla corte pontificia; nè un principe, o una gran famiglia, che non avesse qualcuno dei parenti in cariche dipendenti da essa. La maggior parte dei dotti godevano di benefizj, o di pensioni su i benefizj. L'Italia era la terra dei preti. Quantunque gli stati della Chiesa, propriamente così chiamati, anche dopo che erano stati ampliati dal bellicoso Giulio, fossero circoscritti da angusti limiti, tuttavia i pontefici avevano preso cura di conservare il loro sovrano potere [38] sopra quei distretti, o città, che si ritirarono dal loro governo, trasferendo il potere su di essi a particolari famiglie, sotto il titolo di vicarj della Chiesa. In verità, esistevano in Italia pochi paesi, sopra i quali, in un momento, o nell'altro, non avessero i papi affacciate delle pretensioni, in forza di sopposte concessioni o privilegi (39). Bastava che un principe avesse dimostrato una tendenza ad allontanarsi dalla sede di Roma per risuscitare nel papa le solite sue antiche pretensioni, e fargli lanciare la sentenza di scomunica, e confiscare i beni, a favore del patrimonio della Chiesa, o conferirli a qualche vicino, rivale dell'eretico ribelle.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





Roma Europa Italia Italia Chiesa Giulio Chiesa Italia Roma Chiesa