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      Molti che potevano facilmente discernere la prima, rimasero affatto estranei all'ultima come fu predicata da Lutero, e da suoi colleghi, ne poteva aspettarsi che [49] questi facessero dei sacrifizj grandi per giungere alla cognizione della dottrina di Cristo. L'Italia abbondava allora di persone di questo carattere; ma i seguenti estratti dimostrano, che molti italiani "erano sensibili "all'amore della verità", e dipingono con vivi colori l'ardente sete per l'avanzamento delle dottrine; che la lettura dei primi scritti dei riformati avevano eccittata ne' loro cuori. "Sono adesso quattordici anni, scrive Egidio dalla Porta, monaco agostiniano del Lago di Como, a Zuinglio, da che io per un certo impulso di pio sentimento, ma non consentaneo alla ragione, abbandonai i miei parenti, e mi coprii d'un nero capuccio. Se non sono divenuto dotto, e devoto sono almeno comparso tale e per sette anni ho adempiuto l'officio di predicare della parola di Dio ohimè! in crassa ignoranza. Non gustai le cose di Cristo; nulla attribuii alla fede, tutto alle opere. Ma Iddio non ha voluto permettere che il suo servo perisse per sempre. Egli mi riduceva alla polvere; io gridai: Signore, cosa vuoi ch'io faccia? Alfine il mio cuore udì la voce diletta del Signore: Va da Ulrico Zuinglio, ed egli ti dirà cosa tu debba fare. O voce maravigliosa! in questa voce l'anima mia trovò inesplicabil pace. Non crediate ch'io mi prenda giuoco di voi; per mezzo vostro, non voi, ma Iddio servendosi di voi; mi ha salvato dagli agguati dell'uccellatore.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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