Nel 1527 Sante Pagnini di Lucca pubblicò la sua traduzione latina di tutta la Bibbia, che aveva eccitato grandi aspettative, attesa la riputazione di cui godeva l'autore come sapiente nell'ebraico, e la certezza che aveva impiegato più di venticinque anni sopra quell'opera.
La pubblicazione delle Sacre Scritture nelle lingue originali, e in varie versioni fu seguita da illustrazioni, che non furono nè senza merito, nè senza utilità. L'opera di Pietro Colonna, comunemente chiamato nel suo paese nativo, Galatino, da cui gli scrittori sulle controversie ebraiche, che vennero dopo, hanno cavati tanti materiali, non fu meno utile, per essersi trovata in seguito principalmente a compilazione dell'opera di un altro autore (83). Erasmo, oltre le sue parafrasi, pubblicò le note di Lorenzo Valla sul Testamento Nuovo, che furono gradite agl'Italiani come opera di uno dei loro compatriotti, che si era reso celebre come rinnovatore delle lettere, e che [61] poi Bellarmino chiamò, non senza ragione, il precursore de' Luterani (84). La semplicità scritturale, che distingue i Commentarj del cardinal Cajetano e di altri pochi, forma un singolare contrasto cogli scritti dei teologi scolastici, che lo precedettero. Il Commentario del cardinal Sadoleti sull'Epistola ai Romani è l'opera di un oratore, che desiderava di correggere i barbarismi della Volgata, e di combattere le opinioni di Sant'Agostino (85). Le opere di Agostino Steochi o Steoco di Gubbio mostrano un'intelligenza estesa delle tre lingue dotte, mista a idee platoniche, e cabalistiche.
| |
Sante Pagnini Lucca Bibbia Sacre Scritture Pietro Colonna Galatino Lorenzo Valla Testamento Nuovo Italiani Bellarmino Luterani Commentarj Cajetano Commentario Sadoleti Epistola Romani Volgata Sant'Agostino Agostino Steochi Steoco Gubbio
|