La sua Bibbia fu inserita fra i libri proibiti di prima classe, nell'Indice del concilio di Trento, e tutte le sue opere edite o inedite furono formalmente interdette (100). Ma prima [69] che questa sentenza inibitoria fosse emanata, e messa in esecuzione, la sua traduzione fu letta con grand'ardore, e contribuì moltissimo ad accrescere l'istruzione religiosa in Italia. "Benchè l'Italia sia il propugnacolo della dottrina, e dell'impero del papa, giacchè la sua autorità ha profondamente penetrata la mente del volgo (dicono i teologi ginevrini in una risposta al cardinal vescovo di Lucca), pure non si è potuto impedire, che la vera luce penetrasse in diverse parti, e aprisse gli occhi a molti ciechi, e schiavi incatenati, per mezzo della traduzione italiana della Scrittura, fatta dal Brucioli, che comparve in quel tempo, e che non stimavano prudente di sopprimere, come poi hanno procurato di fare (101)." Tanta era allora l'avidità del pubblico per le Scritture, e tanta la disposizione dei dotti nel compiacerlo, che furono richieste e fatte delle altre versioni italiane nel corso di pochi anni dopo quella del Brucioli. La Bibbia pubblicata da Sante Marmocchini fu piuttosto una revisione di quella di Brucioli, che una nuova versione (102). Fra Zaccaria [70] venne dopo di Marmocchini con la traduzione del Testamento Nuovo (103). Massimo Teofilo, nella sua versione del Testamento Nuovo (104), dice aver voluto preservare la purità della lingua italiana, che era stata trascurata da altri traduttori; ma tanto egli, che Filippo Rustici, il quale pubblicò una versione della Bibbia (105), difen
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