I primi, cui essa estese la sua protezione e ospitalità sotto questo titolo, furono i suoi compatriotti, che la violenza della persecuzione aveva fatto emigrare dalla Francia. Madama di Soubise, governatrice della duchessa, aveva introdotto alla corte di Francia sotto l'ultimo governo, molti letterati (120). Ella risiedeva ora alla corte di Ferrara, insieme con suo Figlio Giovanni de Parthenai, signore di Soubise, poscia [84] capo principale de' riformati in Francia; sua figlia Anna de Parthenal, distinta pel suo gusto; e il futuro sposo di questa giovane dama, Antonio de Pons, conte di Marennes, che seguì la causa de' riformati fino alla morte di sua moglie (121). Nell'anno 1534, il celebre poeta francese Clemente Marot, fuggì dal suo paese per la persecuzione eccitata dagli editti; e dopo essere rimasto qualche tempo alla corte della regina di Navarra in Bearn, andò a Ferrara (122). Fu presentato da madama di Soubise alla duchessa, che lo fece suo segretario (123), e il suo amico Leone Jamet, scorgendo, poco tempo dopo, la necessità di raggiungerlo, fu ricevuto colla stessa graziosa accoglienza (124). Circa lo stesso tempo il celebre riformatore Giovanni Calvino si portò a Ferrara, dove passò alcuni mesi sotto il nome di Carlo Heppeville. Egli ebbe i più grandi riguardi dalla duchessa, che con le istruzioni di lui si confermò nel [85] protestantismo, e conservò sempre il più alto rispetto per il suo genio e carattere (125). Nell'anno 1536 il duca di Ferrara, entrato nella lega col papa, e coll'imperatore, fu, per uno degli articoli segreti del trattato, in obbligo di allontanare dalla sua corte tutti i Francesi.
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