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      La qual cosa si faceva in modo convenevole alla liberalità della duchessa ed alla magnificenza del duca. Furono nominati dei precettori per tutte le classi di belle lettere e di arti. Nel bel numero dei savi che ornarono la corte di Ferrara, si trovano i nomi di Celio Calcagnini, Lelio Giraldi, Bartolomeo Riccio, Marcello Palingenio, e Marco Antonio Flaminio, uomini la cui mente era molto al di sopra delle superstizioni di quel secolo, se pure non furono allievi della fede protestante (131). In una visita [88] che Paolo III fece a Ferrara nell'anno 1543, fu rappresentato l'Adelfi di Terenzio dalla gioventù dell'augusta famiglia, e le tre figlie del duca, la maggiore delle quali aveva soltanto dodici anni, e la minore cinque, sostennero la loro parte con molto successo (132). Sua Santità non si avvide allora dei sentimenti religiosi dei maestri, da cui le giovani principesse erano state istruite per dargli quel classico divertimento. Chilia, e Giovanni Sinapi, due fratelli della Germania, insegnarono ad esse il greco, ed essendo protestanti formarono il loro spirito coi veri principj della religione (133). Fulvio Peregrino Morata, Mantovano, precettore rinomato della gioventù in varie parti d'Italia, era stato ajo dei due più giovani fratelli del duca Ercole, e tornato finalmente a Ferrara nel 1539, fu restituito all'Università nell'antica sua cattedra (134). Lo spirito di Morata, nella prima parte della sua vita, s'era tutto formato cogli studj di cose temporali, come la maggior [89] parte de' letterati suoi concittadini; ma essendosi di poi incontrato con Celio Secondo Curione, rifuggiato del Piemonte, ricevè da questi le vere cognizioni della verità evangelica, e del profondo sentimento della religione (135). Stimolato, come e gli era, per la sua integrità e sapienza, divenne anche più celebre come padre di Olimpia Morata, una delle più dotte donne dell'età sua, la quale egli educò con un zelo ispirato dall'amor paterno, e da un dotto entusiasmo.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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