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      Modena ancora era sotto il governo della casa d'Este, e probabilmente le prime idee ivi sparse delle opinioni riformate ebbero la stessa causa, che le aveva introdotte a Ferrara. Alcuni Modenesi furono tra i primi corrispondenti di Lutero (139). Poche città d'Italia potevano vantarsi, quanto Modena, d'aver dato la culla a tanta quantità d'uomini grandi, e per ingegno [91] e per dottrina. Modena enumerò fra i suoi figli quattro dei più famosi membri del S. Collegio (tra cui Sadoleti), il Sigonio, celebre antiquario, il Castelvetre, critico di grande acume, e molti altri, i cui nomi frequentemente s'incontrano nella storia della letteratura d'Italia. Modena possedeva una di quelle accademie, che si eressero in tanto gran numero in Italia nel secolo XVI, e gettarono nell'oscurità gli antichi e ricchi seminarj delle scienze. Quest'accademia deve la sua origine ad un ricco medico chiamato Grillenzone, che visse con cinque suoi fratelli, e le loro famiglie in una casa, sempre ospitale agli uomini di lettere. Dalla sua accademia non erano esclusi i temi di religione; anzi erano liberamente discussi, ed alcuni de' suoi principali membri inclinarono alle opinioni dei riformatori. Muratori, nella Vita del Castelvetro, rappresenta i processi ecclesiastici, istituiti contro quella dotta assemblea, come originati da quell'odio implacabile, con cui spesso i preti, e i frati prendevano allora lite coi letterati; ma una più accurata indagine ha dimostrato, che quello nasceva da più alto principio.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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