Io prego istantemente, e supplico voi, come capo e guida dell'esercito evangelico, di aver cura della salvazione di ciascun individuo. [110] Ancorchè doveste essere destinati a soffrire la morte per la gloria di Gesù Cristo, non la temete, ve ne scongiuro, perchè è meglio morir con onore, che vivere disonorati. Voi, col difendere la giusta causa di Gesù Cristo, assicurate per voi un glorioso trionfo; e così operando, potete contare sulle orazioni di molti, che pregano Dio notte e giorno, perchè prosperi la causa del Vangelo, e conservi voi e gli altri campioni della fede col sangue del suo divino figliuolo. Addio, non trascurate la causa di Cristo (170)." Nello stesso mese, questo zelante cristiano scrisse una seconda volta a Melantone, accludendogli copia della lettera che si diceva essere stata diretta dal riformatore al legato. Egli dice, che, se per disgrazia fosse stato indotto a scrivere in un senso tanto indegno del suo carattere, procuri di dar prove in avvenire di maggior coraggio e di maggior costanza; che, se poi quella lettera fosse fabbricata dalla frode, come molti amici sostenevano, allora non perdesse un momento in pubblicare sì nera, e sì maliziosa calunnia, e dichiarasse immediatamente eterna guerra aperta a tutti coloro, che tentavano di riuscire ne' loro perfidi disegni per via di falsità e di raggiri (171).
Fra quei che contribuirono maggiormente a propagare [111] in Venezia le opinioni riformate, furono Pietro Carnesecchi, Baldo Lupetino e Baldassare Altieri.
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