Il Vangelo fu anche introdotto in diversi territori appartenenti alla repubblica di Venezia. A Padova fu abbracciato da molti studenti, e da alcuni de' professori dell'università, che allora era celebre per la medicina (177). A Verona, a Bergamo, e a Brescia, non mancarono dei convertiti alla fede riformata (178); ma nel Vicentino e nel Trevisano, che stanno a contatto di Venezia, ve ne furono in maggior numero. Nell'anno 1535 il doge fece arrestare e consegnare al vicario generale del vescovo di Vicenza un Tedesco chiamato Sigismondo, acciocchè fosse punito per aver sparso l'eresia di Lutero in quella diocesi; per la qual prova di filiale obbedienza Sua Eccellenza riportò da Paolo III, in un breve, officiali ringraziamenti (179). Questo esempio [115] di rigore non valse però ad arrestare il progresso della riforma, che era protetta, o almeno tollerata dai magistrati locali. Il papa, in un rescritto diretto al doge ed al senato dieci anni dopo, dichiara di aver reiteratamente notificato loro, e con lettere, e con nunzj, che l'eresia era entrata, e da non pochi abbracciata nella città di Vicenza; e che il governatore ed i magistrati del luogo, benchè chiamati a cooperare, coll'ajuto del vescovo, ad estirparla, si erano fin a quel momento ricusati di prestare quell'assistenza, che era assolutamente necessaria per giungere al religioso scopo; di maniera che gli eretici avevano preso coraggio, e v'era ragione di temere, che quelle pestifere opinioni mettessero radice, e si propagassero nelle città adiacenti; a meno che non fossero prese delle pronte misure per arrestare e punire i colpevoli (180).
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