È degna di menzione una lettera di Altieri scritta a Lutero, a nome dei fratelli delle chiese di Venezia, Vicenza, e Treviso, perchè prova lo spirito eccellente dell'autore, e dà lume sullo stato del protestantismo in quelle contrade, e nell'Italia in generale. Si vergognavano essi (dice egli), e non sapevano render ragione di aver per tanto tempo mancato di confessare le forti obbligazioni, che avevano a lui, come quello, da cui erano stati illuminati sulla vera via di salvazione; o fosse che l'istantaneità della loro emancipazione avesse [116] confusi gli animi loro, o che una certa rozza modestia, e servile timidezza li avesse impediti dal presentare un indirizzo a così venerabile e santa persona. Ma ora la necessità, e l'urgenza delle loro circostanze li aveva menati a quella via, da cui li aveva allontanati l'ingratitudine, ed una colpevole negligenza. L'anticristo aveva cominciato ad irritarsi contro di essi: alcuni erano stati obbligati di abbandonare la patria, altri gittati nelle prigioni, e i rimanenti erano in uno stato di continuo timore. Come membri dello stesso corpo contavano sulla simpatia, e sull'assistenza de' loro fratelli in Germania, alla cui chiamata si erano manifestati, ed avevano sposato quella causa, per la di cui salvezza si vedevano ora esposti a tali pericoli. Ciò che chiedevano da lui era, che usasse della sua influenza presso i principi evangelici della Germania, affinchè scrivessero al senato di Venezia in loro favore, e lo pregassero di ricusarsi a quelle misure di rigore, che i ministri del papa lo stimolavano d'usare contro il povero gregge di Cristo, e di permettere il libero esercizio del loro culto, almeno fino alla convocazione di un concilio generale; adottando quei mezzi opportuni per impedire i disordini e mantenere la pubblica tranquillità. "Se Iddio concede (proseguono essi), che otteniamo una tregua di questa natura, quanto si dilateranno i confini del regno di Gesù Cristo in fede e in carità! quanti predicatori usciranno fuori ad annunziare fedelmente ai popoli il Signor nostro! quanti profeti, che ora presi da [117] indegno timore, si appiattano, sortiranno dai loro nascondigli a spiegare le Scritture!
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