Allora fu che mi persuasi delle tre seguenti verità: 1.° che Cristo, con la sua obbedienza, e con la sua morte, ha soddisfatto completamente, e ha meritato il cielo per gli eletti, il che [è] la sola beatitudine, e il principio di salvazione; 2.° che i voti religiosi, inventati dagli uomini, non solo sono [128] inutili, ma perniciosi e cattivi; 3°. che la Chiesa romana, intenta ad affascinare i sensi con l'estrinseca pompa, e lo splendore, è antiscritturale, e abbominevole avanti al cospetto di Dio."(193).
Il mestiere di predicatore non era in Italia, come in Germania, comune a tutti i preti, ma esclusivo dei monaci e dei frati. I capitoli dei differenti ordini sceglievano fra essi quelli, che possedevano delle qualità proprie pel pulpito, e li mandavano a predicare nelle città principali, in tempo di Quaresima, ch'era quasi la sola parte dell'anno consacrata all'istruzione religiosa delle popolazioni. Ochino in quest'officio, cui da' suoi confratelli era stato prescelto, fin dal primo momento pervenne al più alto grado di distinzione. Il suo ingegno compensava la mancanza degli studj e dell'erudizione. Era naturalmente oratore, ed il fervore della sua pietà, la santità della sua vita prestava alle sue prediche una tale unzione, un tal odore, che rapiva i cuori de' suoi ascoltanti. "In tale riputazione egli era tenuto (dice l'annalista dei cappuccini, dopo che Ochino avea in loro impresso la stigma [129] dell'eresia), ch'era stimato incomparabilmente il miglior predicatore d'Italia.
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