'amor fraterno fra i cristiani. Chi non loda quelle cose, chi non è afflitto da queste?" (229). [150]L'eloquente difesa di Paleario, di cui non si sa se più ammirare la franchezza, e il candore, o la prudenza, e l'abilità, trionfò della violenza, e degl'intrighi de' suoi avversarj; fu però obbligato, poco tempo dopo, di abbandonar Siena. Ma quantunque cambiasse dimora, non si sottrasse all'odio contro lui suscitato; e noi avremo in seguito occasione di ritrovarlo sottoposto a quel martirio, che si avea preveduto e che sembra essere stato, dal primo fino all'ultimo momento, l'oggetto de' suoi pensieri. Che si fossero molto estese in Siena le opinioni riformate, si rileva dal numero di coloro, che le avevano adottate, i quali, in un'epoca posteriore, provvidero alla loro sicurezza con un volontario, esiglio; e fra questi emigrati erano Lattanzio Ragnoni, Mino Celso (230), e i Soccini, divenuti poi celebri per aver dato il nome ad una nuova setta.
Il Pisano, e il ducato di Mantova erano anche partecipi dell'evangelica dottrina. I convertiti di Pisa erano in tal numero, che nell'anno 1543 formarono una chiesa, e celebrarono fra loro il Sacramento della cena del Signore (231). Paolo III, in un breve diretto al cardinale di Mantova, l'anno 1545 dice di essere stato informato, che alcuni ecclesiastici, come [151] pure delle persone illetterate, e meccaniche della città di Mantova si erano con molta presunzione permesso di disputare, e suscitare de' dubbj su materie spettanti alla fede cattolica, e alle sacre istituzioni della chiesa Romana, a dannazione delle loro proprie anime, e a grave scandalo altrui (232).
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