Benedetto Locarno tornò alla patria nel 1546, dopo essere stato lungo tempo impiegato nel predicare il Vangelo in varie parti d'Italia, specialmente nell'isola di Sicilia. I suoi sforzi per illuminare la mente de' suoi concittadini furono fervorosamente secondati da Giovanni Beccaria, comunemente chiamato l'apostolo di Locarno, uomo di molto ingegno, e di eccellente carattere, il quale col leggere soltanto le Scritture senza l'ajuto di un maestro, o di scritti altrui, giunse a scoprire i principali errori, e le corruzioni della Chiesa di Roma. A costoro presto si unirono quattro altre persone molto rispettabili, animate tutte dal vero spirito di confessori: Varnerio Castiglione, che non risparmiò nè tempo nè fatica in propagare la verità; Lodovico Ronco cittadino; Taddeo a Dunis, [153] medico, che, come Ronco, era un giovane di genio, e di ferma risoluzione; Martino da Muralto, dottore di legge, e nobile di nascita, che aveva nella podesteria una grand'influenza. Nel corso di quattro anni, i protestanti di Locarno avevano formato una chiesa, che contava molti associati, regolarmente organizzata, in cui si amministravano i sacramenti da un pastore, che facevano venire dalla chiesa di Chiavenna (234). Le quotidiane ammissioni a quella chiesa destarono invidia e dispetto nel clero, caldamente sostenuto dal prefetto, nominato nel 1549 dal cantone cattolico di Underwald. Un prete della limitrofa podesteria di Lugano, che declamava dal pulpito contro i protestanti Locarnesi, li caricava ancora con calunnie d'ogni specie, e finì per sfidare il loro predicatore ad una pubblica disputa sugli articoli controversi delle due chiese.
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