Allora i due fratelli concertarono un piano per illuminare i loro diocesani, principiando dall'istruirli sui primi articoli del Vangelo, e disporli ad abbandonare tutte quelle cerimonie, e quegli esercizj corporali, in cui erano avvezzi a riporre l'essenza della religione. Poterono essi realizzare con molta soddisfazione il progetto per mezzo delle loro personali fatiche, e con l'assistenza di alcune persone, che avevano precedentemente ricevuto i lumi della verità; di modo che, prima dell'anno 1546, la massima parte degli abitanti di quel distretto avevano abbracciato la riforma, e fatto considerabili progressi nella dottrina cristiana (240). [158]Oltre i luoghi sopra citati si trovavano pare, a quel tempo, de' seguaci della riforma in Genova, Verona, Cittadella, Cremona, Brescia, Civita di Friuli, Ancona, in varie altre parti dello stato Romano, e in Roma stessa (241).
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CAPITOLO QUARTOVARII FATTI RIGUARDANTI LE OPINIONI RIFORMATE IN ITALIA.
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Dopo aver dato un prospetto generale dell'introduzione della Riforma in Italia, e segnati i progressi della medesima negli stati, e nelle città principali di quel paese, raccoglierò in questo capitolo alcuni fatti interessanti, che non potevano essere convenientemente collegati con la narrazione precedente. La prima classe di questi risguarda le dispute disgraziatamente insorte fra i protestanti italiani, per cui furono divisi fra loro stessi, e più facilmente divennero preda del loro comune nemico.
È ben noto, che nei primi momenti nacque una controversia fra i due principali riformatori sulla presenza di Cristo nel Sacramento della cena.
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