Lutero sosteneva, che le parole dell'istituzione debbono intendersi nel senso letterale, e Zuinglio le interpetrava in senso figurato. In una conferenza tenuta a Marburg nell'anno 1529, procurata principalmente dall'influenza di Filippo langravio di Hesse, i due partiti, dopo essersi accertati che i loro sentimenti armonizzavano su tutti gli altri punti, convennero di tollerarsi [160] a vicenda, e mantenere un mutuo accordo, nonostante la differenza della loro maniera di vedere su quell'articolo. Ma la controversia scoppiò di nuovo; e causa principale ne furono i mali ufficii di alcuni imprudenti e troppo impetuosi amici di Lutero. Ed essendo riaccesa da pubblicazioni di ambo i lati, pose le fondamenta di una durevole divisione fra le chiese della Svizzera, e dell'alta Germania. Dopo la morte di Zuinglio, le sue opinioni furono vigorosamente difese da Ecolampade, Bullinger, e Calvino.
I protestanti italiani erano egualmente obbligati ai due riformatori della conoscenza, che avevano acquistata della verità. Se le opere di Zuinglio, per essere state principalmente composte in latino, dettero un vantaggio alle sue opinioni, per mezzo di una più estesa circolazione, questo veniva bilanciato dalla celebrità del nome di Lutero, e dal numero dei suoi seguaci che viaggiavano in Italia. Parrebbe però, che i protestanti italiani fossero generalmente favorevoli all'opinione del riformatore svizzero. Ciò può concludersi da' loro scritti, e dal fatto; che la maggior parte di quelli, che furono obbligati di abbandonare la loro patria, cercarono un'asilo nei cantoni protestanti della Svizzera (242). [161]
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