Che quella controversia fosse con gran calore agitata fra i protestanti di Modena, di Bologna, e di altre parti d'Italia nel 1541, si rileva da altre lettere scritte loro da Bucer nel corso di quell'anno. Questo riformatore era stato sempre caldo amico della pace e della concordia fra le due parti contendenti. Pare che abbia sempre sinceramente creduto, che fra le loro opinioni non esistesse una differenza reale, e quantunque apertamente inclinasse alle spiegazioni date dai teologi svizzeri, nondimeno, nei suoi sforzi per la pacificazione, impiegava alternativamente le frasi di ambe le parti, sistema però che involse i suoi scritti nell'oscurità, e che non è il meglio adatto per ottenere la riconciliazione fra uomini di intelligenza illuminata. Peraltro il consiglio, che diede in quell'occasione era nell'insieme giusto e fa grande onore al suo cuore. In una lettera "a certi Italiani amici della verità" (243) dice: "Sento, miei buoni fratelli, che Satana, che ci ha afflitto lungamente, e a gran detrimento della religione, abbia incominciato a mettere anche fra voi la discordia; poichè vien detto, ch'è nata fra voi una questione risguardante l'eucarestia. Questa notizia mi ha eccessivamente [162] rattristato; perchè, che altro mai potete voi aspettarvi da questa controversia, se non quello, che abbiamo già sperimentato noi a gran danno delle nostre chiese? Miei cari fratelli, cerchiamo piuttosto di abbracciare Gesù Cristo nell'eucarestia, affinchè così noi possiamo vivere in Lui, ed Egli in noi.
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