La lettera scritta da Melantone al senato di Venezia nel 1538, la quale è stata già citata, dimostra che le opinioni antitrinitarie avevano invalso in quello stato (263). "Io so (dice egli), che sono stati ricevuti nel mondo molti differenti giudizj riguardo alla religione, e che il diavolo, fin dal primo momento, si è sempre affaticato a spargere empie dottrine, e ad eccitar gli uomini di mente fantastica, e depravata, a corrompere e rovesciare la verità sapendo i danni che risultano da ciò alla Chiesa. Noi abbiamo avuto a cuore di tenerci nei dovuti limiti, e mentre abbiamo respinti certi errori, non ci siamo allontanati dagli scritti degli apostoli, dai simboli di Nicea, e di Anatasio, nè dall'antico consentimento della Chiesa cattolica. Io so, che ultimamente ha circolato fra voi un libro di Serveto, [175] che ha fatto rivivere l'errore di Samosateno, condannato dalla primitiva Chiesa, e procura di distruggere la dottrina delle due nature in Cristo, negando, che per la parola, debba per intendersi di una persona, mentre Giovanni dice: Nel principio era la parola. Sebbene la mia opinione su questa disputa sia già stampata, ed io abbia particolarmente condannato il sentimento di Serveto ne' miei Luoghi Comuni, tuttavia ho stimato conveniente di ammonirvi adesso e pregarvi di far uso di tutti i mezzi che sono in vostro potere, onde persuadere ognuno di sfuggire, rigettare, ed esecrare quell'empio dogma" Dopo aver fatto alcune considerazioni in appoggio della dottrina ortodossa su questo punto, aggiunge: "Ho scritto queste cose più diffusamente di quello che comporti una lettera, ma troppo brevemente se si considera l'importanza del soggetto.
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