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      Assolse tutto il regno inclusivamente i nobili, il re, e la regina genuflessi, dai delitti, che avevano commessi contra la Chiesa di Roma. E quali erano questi delitti? L'insegnamento di quelle stesse dottrine, ch'egli medesimo aveva favorite, ed il cui trionfo aveva promesso di assicurare con arti nascoste, mezzi di moderazione e prudente indugio. Nè si arrestò fintantochè nel suo desiderio di compiacere il papa e i cardinali, non ebbe ristabiliti tutti gli abusi, le superstizioni, le abbominazioni che erano state tolte, e spedito per tutte le parti d'Europa una relazione stampata del suo operato.(309)
      Gaspare Contarini fu uno degli illustri personaggi, che Paolo III, conscio della necessità di riconciliarsi il favore del pubblico, aveva giudiziosamente promosso alla porpora. È impossibile di leggere il Trattato sulla [203] Giustificazione (310) fatto da lui, quando assistè come legato alla dieta e alla conferenza di Ratisbona nel 1541, come anche la corrispondenza, che in quel tempo ebbe luogo fra esso e Pole, senza convincersi che ambedue quei prelati concordavano su quest'articolo coi riformatori, e dissentivano immensamente da Sadoleti, e dagli altri, i cui sentimenti furono poi sanzionati dal concilio di Trento. Pole gli dice, che "già da lungo tempo conosceva i suoi sentimenti su questo soggetto"; che si rallegrava per ciò, che il suo collega aveva fatto, "non solamente perchè stabiliva un principio d'accordo coi protestanti, ma un principio tale da accrescere la gloria di Cristo, principio di tutta la dottrina cristiana, che non era ben compresa da molti"; che egli e tutti quei, che erano con lui a Viterbo, si radunavano insieme per render grazie a Dio, "che aveva principiato a rivelare questa sacra, salutare, e necessaria dottrina"; e che i suoi amici non dovevano lasciarsi muovere dalle censure che quella incontrava a Roma, dove "era tacciata di novità, benchè posta sulla base di tutte le dottrine professate dall'antica Chiesa"(311). Che il cardinal Morone [204] fosse de' medesimi sentimenti, risulta dagli articoli addotti a suo carico, sostenuti dal suo conosciuto accordo con Pole, e Contarini (312). A questi membri del sacro collegio dobbiamo aggiungere Federigo Fregoso, prelato egualmente celebre per nascita, per virtù, e per dottrina (313). Egli diede grave scandalo ricusando di comparire alla corte del Vaticano, dopo che il papa l'aveva onorato della porpora(314). Disgustato dalle maniere di quella corte, rinunziò all'arcivescovado di Salerno, e si ritirò alla diocesi di Gubbio, di cui era amministratore; ed accorgendosi che il popolo credeva, che tutta la religione consisteva in pronunciare a ore determinate il Pater noster,


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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