(333)
La deserzione, e la fuga di Ochino colpirono di tanto di stupore i suoi concittadini, quanto era stato eminente il grado di ammirazione, in cui lo avevano tenuto (334). Claudio Tolomeo, uno de' migliori scrittori epistolari di quel tempo, dice in una lettera, che gli scrisse, che la notizia della sua deserzione dal campo cattolico al campo luterano, l'aveva stordito affatto, e che per qualche tempo l'aveva creduta totalmente falsa, e incredibile (335). Le doglianze del cardinal Teatino [220] a quell'avvenimento furono anche pių tragiche, dimodochč possono citarsi come un esempio di quella sublimata e mistica devozione, che a quei tempi, in una certa classe dei difensori del papismo si amalgamava con uno spirito di ambizione, e di superstizione. "Cosa t'č accaduto Bernardino? Quale spirito maligno si č di te impossessato, come anticamente del re protervo d'israello? Ah! padre mio, padre mio! Il carro, il condottier d'Israello, che poco fa contemplavamo con ammirazione ascendere in cielo collo spirito, e col potere d'Elia, dobbiamo ora compiangerlo precipitante all'inferno coi carri, e coi cavalieri di Faraone? Tutta l'Italia correva in folla, rapita al solo tuo nome; tutti pendevano dalla tua bocca, dal tuo seno. Tu hai tradito la terra, e uccisi gli abitanti. O vecchio rimbambito! Chi t'ha affascinato per inventare a te stesso un Cristo diverso da quello che ti ha insegnato la Chiesa cattolica! Ah! Bernardino, quanto eri grande agli occhi di tutti gli uomini, quanto bello, quanto gentile!
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