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      Il papa fu così irritato dall'apostasia di Ochino, e del numero di coloro, che lo seguirono nell'eresia, che in una circostanza propose la soppressione dell'ordine de' cappuccini. (338)
      Martire intanto era a Lucca nello stesso pericolo. I religiosi del suo ordine, che già erano esasperati della riforma dei costumi, che come visitatore generale egli aveva operato fra loro, si disposero ad accusarlo, e cominciarono a spiare in segreto la sua condotta. Per un anno intero, Martire fu esposto alle loro occulte macchinazioni, e aperte calunnie, contro cui non avrebbe avuto forza di resistere, se non avesse goduto del favore del popolo lucchese (339). Ad oggetto di provare le disposizioni della popolazione, i nemici di Martire ottenere da Roma un'ordine, in vigore di cui si procedè all'arresto di uno de' suoi amici, confessore al convento degli Agostiniani, come sospetto di eresia. Alcuni della nobiltà, che avevano in quello ammirata [223] la pietà ed erano convinti della sua innocenza, forzarono le porte della prigione, e lo posero in libertà; ma cadendo il misero nel fuggire, si ruppe una gamba, cosicchè fu di nuovo arrestalo, e portato a Roma in trionfo. Da questo successo incoraggiati i ribaldi, avanzarono contro Martire un'accusa formale avanti la corte del papa; furono spediti de' messaggi a diversi conventi affine di esortare i religiosi a non permettere, che sfuggisse l'occasione di ricuperare l'antica loro libertà, infligendo castigo al loro avversario. Fu tenuta una congregazione generale dell'ordine a Genova, e Martire fu citato ad intervenirvi.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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