(361)
Mentre in Modena si prendevano tali misure, la corte papale non era meno intenta per estirpare le opinioni [239] di riforma, da Ferrara, che Roma riguardava gią come la culla ed il nido dell'eresia. Nell'anno 1545, Sua Santitą diresse un breve alle autoritą ecclesiastiche di quella cittą, invitandole ad istituire processi segreti sulla condotta delle persone di qualsivoglia ordine, o classe, sospette di nutrire opinioni erronee; e dopo aver messo insieme delle deposizioni, applicata la tortura, e condotto il processo fino alla sentenza definitiva, trasmettere tutto a Roma per la condanna (362). La disgrazia, cagionata dall'esecuzione di questo breve, si rese immensamente pił sensibile da un vile spediente di fresco adottato per iscoprire coloro, che vacillavano nella loro obbedienza alla Chiesa romana. Un'orda di spie, scelte a bella posta, fu sparsa in Italia, le quali con le raccomandazioni di cui erano stati fornite, avevano ingresso nelle famiglie, s'insinuavano nella confidenza degli abitanti, e carpivano quelle secrete informazioni, che gl'inquisitori aspettavano. Assumendo coloro il carattere pił adatto alla circostanza, frequentavano i dotti come gl'ignoranti, e frequentavano egualmente ne' chiostri, che nelle corti (363). Molte eccellenti persone di Ferrara caddero nelle reti tese da questa peste della societą, cui riescģ di alieneare la mente del duca dall'esemplare [240] donna Olimpia Morata, la quale, ritiratasi dalla corte alla morte di suo padre(364), per assistere la vedova madre, e gli altri di sua famiglia minori a lei d'etą, fu dalla corte trattata in una maniera molto dura, ingrata, e avrebbe sofferto ancora pił, se un Tedesco, studente di medicina non l'avesse presa in matrimonio, e condotta al suo paese.
| |
Modena Ferrara Roma Sua Santitą Roma Chiesa Italia Ferrara Olimpia Morata Tedesco
|