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      Io sono restato qui più di quel che m'era proposto e non so quando potrò uscire da questo laberinto"(399). Era appena questo ambasciatore tornato in patria dopo aver adempito la sua commissione, che un altro de' suoi concittadini, un mercante, fu messo in prigione dall'inquisizione a Vicenza. Per procurare la sua libertà, fu necessario di spedire Ercole da Salice, già governatore dei Grigioni. I suoi reclami, benchè secondati dall'ambasciatore di Francia, furono per qualche tempo non curati dai senato, che cercava di evadere le condizioni del trattato fra i due paesi, e le concessioni, che aveva fatte nell'anno precedente. Finalmente l'ambasciatore, domandata ed ottenuta una pubblica udienza, inveì, malgrado il bisbiglio dei primi patrizj, con tanta franchezza, ed eloquenza contro l'intollerabile arroganza delle pretensioni papali, che la maggiorità del senato ordinò, che il prigioniero fosse subito posto in libertà.(400)
      Sotto il governo di Girolamo Prioli, che fu creato doge nel 1559, il papa accordò in perpetuo al senato di Venezia la facoltà di eleggere il suo patriarca, [261] à cagione dello zelo, che aveva mostrato contro le dottrine di Lutero e Calvino(401). Malgrado le rigorose ricerche per prenderli, molti protestanti restarono in Venezia; e nell'anno 1560, fecero venire un ministro per formar loro una chiesa, e in una casa privata fu amministrata la cena del Signore. Ma non andò guari, ch'una di quelle spie, ch'erano a bella posta mantenute dalla corte romana fece rapporto delle loro riunioni, e quegl'infelici, che non poterono salvarsi con la fuga, furono messi in prigione.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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