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      Durò in questa condizione per quasi vent'anni. rendendo intrepidamente omaggio al vangelo di Cristo; dimodochè la sua dottrina, e i suoi legami erano conosciuti non solamente in quella città, ma quasi in tutta l'Italia, e in tutte le parti d'Europa, e per lui più estesamente si era propagata la verità Evangelica. Due cose debbono rammentarsi fra molle altre, come segno della singolare provvidenza di Dio verso quest'uomo nel tempo della sua prigionia. In primo luogo, i principi della Germania spesso intercedevano per la [266] sua liberazione, ma senza effetto. E dall'altra parte il legato papale, l'inquisitore, e il papa stesso si affaticarono con tutte le forze, e con ripetute istanze fin dal primo momento, a volerlo bruciato vivo, come noto eresiarca. Ma ciò fu costantemente ricusato dal doge, e dal senato, che quando lo sentirono finalmente condannato, lo liberarono dal castigo del fuoco con espresso decreto. Era volontà di Dio, che testificasse per tanto tempo la verità, e che come un uomo legato ad una croce, proclamasse dall'alto a tutto il genere umano il ristabilimento del cristianesimo e la rivelazione dell'anticristo. Finalmente quest'uomo pio ed eccellente, il quale nè le minacce, nè le promesse poterono rimovere, sigillò intrepidamente col martirio la sua dottrina, e cambiò le tillature e le sozzure d'un carcere con una tomba nel mare (411). Si ha fondamento di credere, che molti altri a Venezia, de' quali i nomi non sono giunti fino a noi, soffrissero la stessa sorte (412), oltre a quelli, che perirono in [267] seguito di malattie contratte dalla lunga, e malsana prigionia.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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