Dopo avere ottenuto un'udienza dai deputati, e aver reso loro dei ringraziamenti, in nome del papa, per lo zelo che avevano dimostrato per la causa della fede cattolica, richiese in primo luogo, che domandassero che la riunione de' Grigioni consegnasse il fuggitivo Beccaria, affinchè fosse punito del temerario delitto, che aveva commesso in corrompere la fede de' suoi concittadini; e in secondo luogo, che non permettessero agli emigrati di Locarno di portar via insieme con essi, e proprietà, e figli, ma che quelle fossero confiscate, e questi educati nella fede della Chiesa romana. I deputati aderirono facilmente alla prima domanda, ma si scusarono di non potere piegarsi alla seconda; poichè le loro istruzioni non permettevano, che si mischiassero di tali materie; e nello stesso tempo pregarono il nunzio di concedere ai preti di Locarno di ricevere quei protestanti, che volevano tornare nel grembo della Chiesa. Riverda non solamente lo concesse, ma offrì ancora i propri servizj insieme a quelli dei due domenicani dottori di teologia, che aveva condotti seco per convincere gli eretici ingannati. Ma quantunque annojasse i protestanti con obbligarli di ascoltare le prediche dei religiosi, e di assistere alle sue conferenze, non gli riuscì di convertire neppure [280] un solo. Avendo saputo che Caterina Rosalina, Lucia di Orello, e Barbara di Montalto, tre rispettabilissime dame, erano protestanti piene di zelo, sentì gran disposizione a entrare in controversia con loro. Ma quelle signore seppero difendersi con tanta destrezza, ed esposero con tanta franchezza, gravità, e forza, l'idolatria e gli abusi della Chiesa romana, che Sua Eminenza rimase ad un tempo mortificata e irritata.
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