Quindi fissarono l'ora per celebrar la messa, e ordinarono, che tutti vi assistessero con la loro presenza. Ma gli abitanti, invece di obbedire a quell'ordine, riuniti in corpo, abbandonarono la città, e si ritirarono nei boschi, lasciando soltanto indietro pochi vecchi e fanciulli. I frati, celando il rancore, si portarono immediatamente a La Guardia, e fatto chiudere le porte, dissero agli abitanti, che avevano fatto radunare avanti a essi; che i loro confratelli di San Sisto avevano rigettato le opinioni erronee, ed erano andati alla messa; perciò li esortavano ad imitare un così saggio e divoto esempio. Quella povera e semplice popolazione, prestando fede alle asserzioni dei frati, e temendo i pericoli, che le si dipingevano gravi, e imminenti, si piegharono(435). Appena però furono informati della verità, agitati dal rammarico, e dalla vergogna, risolsero all'istante di abbandonare La Guardia, e raggiungere insieme colle loro mogli, e coi loro figli, i fratelli della stessa credenza, che s'erano rifugiati ne' boschi. Ma Salvatore Spinelli, padrone di quel feudo, a forza di promesse, [292] e di riflessioni, li distolse da quella risoluzione sebbene con estrema difficoltà. Frattanto i frati misero in ordine due compagnie di soldati a piedi per mandarli in quei boschi a caccia degli abitanti di San Sisto, come se fossero stati bestie feroci; difatti, avendo scoperto il loro nascondiglio, caddero sopra quegl'infelici gridando: "Ammazza, ammazza" Molti dei fuggitivi si ritirarono sopra una montagna, ed essendosi assicurati sopra erte rupi, domandarono di parlamentare col capitano.
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