Era tale il zelo frenetico di quell'infallibile vecchio sognatore, che se avesse più lungamente vissuto, si sarebbe realizzata la descrizione poetica degli effetti della superstizione, "ed una capricciosa maledizione sarebbe caduta su tutto il mondo." La popolazione di Roma, irritata dal suo tirannico e violento procedere, e dalle estorsioni e rapine con cui era accompagnato, subito che fu nota la sua morte, si levò in tumulto, bruciò fino alle fondamenta la casa dell'inquisizione, dopo averne liberati i prigionieri(444), gettò a terra la statua, che Paolo aveva eretta a se stesso, e strascinandone per le strade legati con delle funi i membri spezzati andò a lanciarli nel Tevere.(445) [303]Pio IV abbandonò molte misure praticate dal suo predecessore; ma questo derivò più dall'odio, che portava alla casa Caraffa, che dalla moderazione, e dall'amore della giustizia. In fatti il suo pontificato vinse in crudeltà quello di Paolo IV, perchè diffamato dai massacri delle Calabrie, e da numerose esecuzioni a Roma, a Venezia, e in altre parti d'Italia. In compenso di quella casa dell'Inquisizione spianata nel tumulto, gliene concesse una avanti al Tevere, già appartenuta a un cardinale, e vi aggiunse delle altre segrete affinchè non ne mancassero alla moltitudine dei prigionieri. Quella casa fu comunemente chiamata la prigione dei luterani, e si vuole, che fosse fabbricata sul luogo stesso dell'antico circo di Nerone, ove tanti cristiani furono esposti alle bestie feroci. Ivi fu che Filippo Camerari, figlio di Gioacchino Camerari, e Pietro Rieter di Kornburg, signore bavaro, nel 1565, furono confinati per due mesi, essendo stati arrestati, quando ne' loro viaggi si portarono a veder Roma, in seguito d'un'informazione data da un Ebreo, che prese Rieter per un'altro Tedesco, con che avea avuto qualche lite.
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