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      Ma quantunque il delatore deponesse sul proprio sbaglio, furono ritenuti come eretici, e non poterono riacquistare la libertà, che con la mediazione dell'ambasciatore imperiale, che minacciò di far trattare nella stessa guisa gli agenti di Roma viaggiando nella Germania (446). Pompeo di Monti, nobile napoletano, che [304] era stato arrestato dagli sgherri dell'inquisizione, mentre passava a cavallo il ponte Sant'Angelo, insieme al suo parente Marco Antonio Colonna, fu alloggiato nello stesso appartamento con Camerari, che riportò dalla sua compagnia il conforto cristiano, e il salutare consiglio di evitare le insidie, che gl'inquisitori sono soliti di tendere ai prigionieri. (447). Nell'anno seguente di Monti fu condannato ad esser bruciato vivo; ma sette mila scudi, sborsati dai suoi amici, gli ottennero la grazia di esser prima impiccato, e poi bruciato. (448).
      Nè la persecuzione rallentò punto sotto Pio V, che fu creato papa nel 1566. Il nome di famiglia di questo fiero e inesorabile pontefice era Michele Ghislieri; e tutte le crudeltà commesse sotto i due precedenti pontificali debbono essere in gran parte attribuite alla sua influenza [305] come presidente dell'Inquisizione, carica che avea sostenuta sotto l'indicazione del cardinale Alessandrino, fin dall'ultimo stabilimento di quel tribunale(449). La sua elevazione al papato fu il segnale di una più terribile persecuzione, tanto in Roma, che in tutti gli stati della Chiesa. Infuriò principalmente con la più grande veemenza in Bologna, dove "persone di tutte le classi furono promiscuamente carcerate, messe alla tortura, e a morte"(450). "Tre persone (dice uno scrittore di quel tempo) di questa città sono state ultimamente bruciate vive, e i due fratelli della nobile famiglia Ercolani, sono stati arrestati come prevenuti d'eresia, e mandati incatenati a Roma". Nell'istessa epoca furono imprigionati, o si salvarono colla fuga molti Tedeschi studenti dell'università (451). La seguente descrizione dello stato delle cose nel 1568, è della penna(452) di uno che allora dimorava sulle frontiere dell'Italia.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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