Dopo aver faticato con successo in Napoli e in altre parti, fu arrestato a Piacenza, e condotto in prigione, e ricusatosi costantemente di ritrattare quello che aveva insegnato soffrì il martirio con gran fortezza d'animo nel trentesimo anno dell'età sua (457). Abbiamo già più volte parlato di Giovanni Mollio, professore di Bologna, ch'era in Italia tenuto nella più alta stima, per la dottrina, e per la sua santa vita. Dopo la fuga de' suoi fratelli Ochino e Martire nel [311] 1542, fu spesse volte in gran pericolo, e più d'una volta in prigione, da dove la Provvidenza l'aveva sempre fatto fuggire. Ma dopo che montò sul trono Giulio III, fu ricercato con gran sollecitudine, e arrestato a Ravenna, fu condotto a Roma sotto buona scorta, e posto in dura prigione (458). Ai 5 di settembre 1553 fu tenuto con gran pompa una pubblica adunanza dell'inquisizione: cui assistettero sei cardinali coi loro assessori vescovili, e avanti a questa furono condotti molti prigionieri con le torce in mano. Tutti si ritrattarono, ed ebbero delle penitenze, meno Mollio, e un certo Tisserano di Perugia. Quando furono letti i capi d'accusa contro Mollio, gli fu accordato di difendersi. Egli sostenne intrepido le diverse dottrine che aveva insegnate riguardo alla giustificazione, al merito delle opere buone, alla confessione auricolare, e ai sacramenti, e dichiarò, che la pretesa podestà del papa, e del suo clero era usurpata, e anticristiana; diresse quindi a' suoi giudici una tanto fervida, e ardita invettiva, che li fece tacere, mentre li toccava sul vivo "Quanto a voi cardinali e vescovi (disse), se io fossi persuaso che aveste ottenuto per diritto quel potere, che vi siete arrogati; e che vi foste innalzati a tanto allo grado per mezzo di opere virtuose, e non di cieca ambizione e di scellerati stratagemmi, non [312] saprei dirvi neppure una parola; ma siccome io vedo e so sopra saldi principii, che avete apertamente sprezzato la moderazione, la modestia, l'onore e la virtù, così sono forzato a trattarvi senza giro di parole, e a dichiarare che, il vostro potere non viene da Dio ma dal Diavolo.
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