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      Nello stesso tempo ebbe principio una persecuzione dell'eresia in opposizione all'oggetto del suo panegirico, che mise l'autore timido in un mare di dubbiezze. Niente disposto a perdere il frutto della fatica impiegata nell'ode, ma timoroso d'altronde di associarsi ad una persona sospetta d'eresia, tenne consiglio sul caso, e il risultato fu, che la sua precauzione vinse la sua vanità; e il poema fu soppresso (479). Carnesecchi fu intimo amico del dotto tipografo Aldo Manuzio, e fu compare ad uno de' suoi figli; ma in una collezione delle lettere di Manuzio, pubblicate dopo che Carnesecchi ebbe incorso la stigma di eretico, il compare è cambiato in Pero. In [330] un'edizione delle sue lettere uscite alle stampe nel 1558, lo stesso autore, scrivendo a Mureti, parla del suo Carnesecchi nella maniera la più favorevole, e gentile; ma nelle susseguenti edizioni inclusivamente a quelle che uscirono da' suoi torchi, troviamo il nome aspro del suo amico, raddolcito in quello di Molini. Più, nel dedicare un'edizione delle opere di Sallustio al cardinal Triulzi, Manuzio dice: "Pietro Carnesecchi, protonotario, uomo d'onore, famoso pel possesso di tutte le virtù, e di una mente più culta di qualunque ch'io abbia mai conosciuto nel corso della mia vita"; ma poi nell'edizioni posteriori alla dedica, cerchiamo in vano il nome dell'onorato protonotario(480). E nell'avvicinarsi ai nostri tempi circa la metà del secolo XVIII, sortì un'edizione dei poemi di Flaminio da Mancurti, uno de' suoi concittadini, che la credè necessaria, o la giudicò conveniente per ommettere le odi dirette a Carnesecchi, "per paura d'incorrere la censura di quelli, che avevano detto, e scritto, che Marco Antonio Flaminio era un eretico, perchè coltivò l'amicizia di Carnesecchi".(481) Nè questo [331] è tutto; poichè il dotto editore, nel citare una dedica di prima edizione dei poemi, ne' quali Carnesecchi è altamente lodato(482), sopprime il suo nome, dimenticandosi forse, che il suo illustre autore era stato egli stesso primieramente soggetto al medesimo indegno trattamento.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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