Nel 1560 Biveroni stampò la sua traduzione del Testamento Nuovo nello stesso dialetto, la quale fu seguita nel [365] 1562 da una versione poetica dei salmi, e da una collezione d'inni composti da Ulrico Campel (533).
Un'altra causa fu la povertà dei pastori, che faceva un torto continuo alla Chiesa riformata (534). Mentre i preti papisti possedevano per la maggior parte le decime, oltrecchè guadagnavano con le messe, e le confessioni, i ministri protestanti ricevevano un piccolo stipendio dalle loro congregazioni, e in molti casi si riducevano alla necessità di sostentarsi con fatiche manuali. Gallitz, uomo di educazione liberale, in una delle sue lettere familiari dice, che egli, e la sua famiglia erano stati per due anni fra i più duri stenti obbligati a dormir la notte con quelle vesti, che portavano di giorno, rare volte cibati di carne, spesso restati senza pane, e per delle settimane alimentati solamente con dell'erbe condite con poco sale. Nulla di meno educò suo figlio per la chiesa, e quando il giovane, mentre stava agli studi nell'accademia di Basilea, [366] ebbe un invito vantaggioso, suo padre dichiarò che sarebbe stata un'empietà l'accettarlo, subito che nel paese non v'erano persone capaci di predicare nel dialetto nativo (535). Ma v'era poco da lusingarsi, che i primi riformatori venissero rimpiazzati da persone della stessa nobiltà di mente. Per conseguenza il popolo rimase in molti luoghi privo di pastore, o dovette ricevere persone illetterate, o di basso carattere che disonoravano l'officio con la loro viltà, e vizi.
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