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      Per rimediare a questo male i ministri si diressero alla dieta della repubblica per la loro sanzione, ad oggetto di tenere un sinodo nazionale, che avesse la facoltà di chiamare a render conto coloro, ch'eran venuti da paesi stranieri, e di esaminare la loro condizione, e abilità, esigere da essi de' certificati di costumi, e scrupolosamente informarsi di tutti quei, che avrebbero dovuto essere ammessi al ministero; invigilare attentamente sulla loro condotta, censurare le irregolarità, conservare in generale l'ordine e promuovere l'istruzione di tutto il corpo riformato. Questa petizione fu ammessa dalla dieta del 14 gennaro 1537; e da quel tempo in poi il sinodo fu tenuto regolarmente ogni anno nel mese di giugno, quando si rendeva più facile il passaggio delle montagne (539).
      Tale era lo stato delle chiese riformate nei Grigioni, quando la prima volta comparvero fra loro gli esuli italiani. L'aspetto di quei luoghi, per ciò che riguarda commodi, e interessi di questo mondo, non era sicuramente lusinghiero; ma essi vi erano andati per cercare un asilo, non una fortuna. Avevano lasciato una terra, in cui scorreva miele e latte: quella che loro mancava era una terra di libertà religiosa, e dove [370] non vi fosse penuria della parola di Dio. I nuovi ospiti furono ricevuti in una maniera molto diversa da quella, con cui si ricevettero quei vagabondi testè nominati. La storia delle loro disgrazie li aveva preceduti, e i loro patimenti n'erano le sufficienti prove.
      Il loro primo arrivo fra i Grigioni produsse una impressione favorevolissima agli interessi della Riforma.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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