Era stato priore in un convento de' domenicani a Cremona; ma disgustato dalla mala vita dei confrati, e de' miracoli finti con cui deludevano il popolo, gettò via il cappuccio, e abbandonò l'Italia. Giunto alla Valtellina predicò la dottrina riformata, fu accusato alla dieta di Ilantz del 1529, e fu condannato all'esilio. Ma uno dei deputati lo mise sotto la sua protezione, e lo condusse a Pregalia, [372] dove cominciò a predicare con successo. Di là si portò nel vicino distretto di Engadina, dove Gallitz sino a quel tempo aveva guadagnato pochissimo terreno per l'inimicizia pronunciata de' più potenti cittadini. La prima apparizione di Maturo minacciò una rivolta, ma egli cedendo nell'impresa, ed essendo l'affare rimesso ai suffragi della comunità, ne ottenne la pluralità in suo favore, e predicò apertamente innanzi a coloro, che nell'ultima dieta avevano votato pel di lui esilio (542). Tornato a Pregalia fu fatto pastore di Vico Soprano, e di Stampa, dove continuò fino al 1547, e morì pastore nella valle di Tomliasco (543).
Poco tempo dopo che fu rimosso Maturo da Vico Soprano, vi fu eletto pastore il celebre Vergerio. È vero però che quel vescovo non osservava l'obbligo di residenza, perchè andava con frequenza nella Valtellina, e spesso viaggiava per la Svizzera, e la Germania, mentre reggeva quella cura (544). E però necessaria qualche indulgenza verso di un'uomo solito nel corso di tutta la sua vita a cambiar di scena, e d'impieghi. Inoltre non stava mai in ozio, e considerando lo stato del paese a quel tempo, fece più bene forse predicando, e viaggiando, che se fosse rimasto [373] sempre confinato in una parrocchia.
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