[382]La prima stamperia eretta nei Grigioni, fu nella città di Puschiavo da Rodolfino Landolfo, discendente di una nobile famiglia di quel luogo, che impiegò forti somme per quella intrapresa, che contribuì moltissimo a illuminare quei popoli, e pregiudicò per conseguenza ai cattolici romani. Nel 1561 il papa ed il re di Spagna avanzarono la domanda che quella stamperia fosse sopressa come dannosa: ma la dieta non stimò bene di condiscendere (560).
La Chiesa di Caspano fu uno dei primi frutti, che si raccolsero dal seme sparso nella Valtellina; quella fin dal 1546 si formò nella casa fornita da' Paravicini, una delle più rispettabili famiglie di quel paese. Per altro quella chiesa fu quasi distrutta dall'imprudenza di un'individuo della stessa famiglia, che l'avea eretta. In una delle chiese cattoliche fu trovato rotto un crocifisso; i preti fecero cadere il sospetto della popolazione adirata sopra il ministro protestante, il quale essendo citato a comparire, e messo alla tortura fu fatto confessare d'aver egli commesso l'alto sacrilegio. Liberato in seguito dalla prigione, se ne andò a Coira, dove protestò che la tortura, cui era stato posto, gli aveva estorto la confessione di un delitto, cui era affatto estraneo, e fece istanza per un legale processo. Nell'esame si scoprì, che l'ingiuria al crocifisso era stata fatta da Bartolommeo Paravicino, [383] giovinetto di tredici anni, nella notte avanti della sua partenza per l'università di Zurigo. Ma quantunque l'innocenza del ministro fosse manifesta, erano tanto grandi i pregiudizii dei cattolici romani, che non fu stimato prudente di permettere che tornasse a Caspano, e la sua congregazione si occupò della scelta di un'altro pastore in sua vece (561). Teglio, capitale del distretto il più popolato della Valtellina, ottenne per suo pastore il pio, il dotto Paolo Gaddio nativo del Cremonese, che dopo essere stato a Ginevra aveva agito in qualità di assistente temporaneo del venerabil pastore di Puschiavo (562). Sondrio, che era la residenza del governo, profittò per qualche tempo delle fatiche di Scipione Lentulo, dotto Napoletano, che si era dedicato al servigio delle chiese valdesi nelle valli di Lucerna e di Angrogna, ed era stato esposto alla fiera persecuzione, che tutti soffrirono di Emanuele Filiberto duca di Savoja negli anni 1550 e 1561 (563). Il suo ingegno, e le sue cognizioni recarono il più gran vantaggio alla Riforma durante la sua residenza a Sondrio e quindi a Chiavenna (564).
| |
Grigioni Puschiavo Rodolfino Landolfo Spagna Chiesa Caspano Valtellina Paravicini Coira Bartolommeo Paravicino Zurigo Caspano Valtellina Paolo Gaddio Cremonese Ginevra Puschiavo Scipione Lentulo Napoletano Lucerna Angrogna Emanuele Filiberto Savoja Riforma Sondrio Chiavenna
|