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      Furono anche erette delle chiese in altri luoghi della [384] Valtellina (565), e penetrarono dipoi nella contèa di Bormio (566). Sembra infine che più di venti fossero le chiese protestanti al mezzogiorno delle Alpi, le quali nella maggior parte erano, e continuarono ad esser tutte officiate sino alla fine del secolo XVI dagli esuli italiani.
      Io ho ridotto sotto un sol capo ciò che concerne la formazione delle chiese italiane in questa parte della repubblica; ma non fu che dopo un'intervallo considerabile, e la più violenta opposizione, che fu ottenuto il permesso di erigerne la maggior parte. Non sì tosto i preti s'avvidero che la dottrina riformata trionfava a Chiavenna, e a Caspano, che incominciarono a gridare contro l'editto del 1544. Non potendo essi decorosamente opporsi alla prima parte di quello, si scagliarono contro la libertà, che accordava agli esuli italiani di potersi stabilire fra loro, gridando che era onta per la repubblica dei Grigioni il dar ricetto ai banditi (così li chiamavano), che gli altri governi, e i principi cristiani avevano espulsi dai loro dominj. La mente del volgo era ancora più infiamata da una moltitudine di frati che vi andavano dal Milanese, e specialmente dai cappuccini mandati dal vescovo di Como, i quali nelle fanatiche arringhe, che facevano in tempo [385] di Quaresima, non facevano che eccitare il popolo a ribellarsi contro i suoi direttori. Fallite le loro speranze presso la dieta per la rivocazione del nuovo editto, gli oppositori della Riforma ricorsero al governo locale.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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